PRIMO MARCHESE DI MANTOVA E PRIMO PRINCIPE DEL SACRO ROMANO IMPERO
Gianfrancesco Gonzaga fu l'ultimo capitano generale perpetuo della città
e del popolo e il primo marchese di Mantova, titolo acquisito anche grazie
all'esborso di dodicimila fiorini e che gli fu consegnato direttamente
dall'imperatore Sigismondo il 22 settembre 1433, durante una sfarzosa
cerimonia che ebbe luogo di fronte alla cattedrale cittadina.
GIANFRANCESCO
primo marchese di Mantova
e primo principe Gonzaga
del Sacro Romano Impero
(1395 - 1444)
(Collezione di Ambras)
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In questo modo
Gianfrancesco otteneva il diritto di trasmissione ereditaria del potere,
nonché la dignità (pure trasmissibile) di Principe del
Sacro Romano Impero. Come nota Marani inoltre "un'interpretazione piuttosto
larga delle espressioni contenute nel decreto di Sigismondo consentì
successivamente a tutti i discendenti di Gianfrancesco di rivendicare il
titolo di marchese (pur senza il predicato "di Mantova", riservato al capo
della casata) e la suddetta dignità di Principe dell'Impero, ottenendo
anche esplicite sentenze imperiali favorevoli ai richiedenti".
La vita
Gianfrancesco,
nato nel 1395, alla morte del padre (7 marzo 1407) aveva quasi dodici anni.
Francesco, avvedutamente, lo aveva posto sotto protezione della Serenissima,
che aveva tutto l'interesse di mantenere una salda amicizia coi Gonzaga, e
sotto la tutela di Carlo Malatesta (che gli era duplicemente zio, come
fratello della madre e come sposo della sorella del padre, Elisabetta Gonzaga).
Fu questa un'ottima scelta in quanto il Malatesta era pure filoveneziano
e il suo ottimo governo sancì la permanenza di Mantova nell'orbita
della Serenissima (i coniugi riminesi non avevano inoltre avuto figli e
questo significò un sincero attaccamento al piccolo Gonzaga rimasto
orfano). Il 20 marzo 1407 Gianfrancesco, poco più che undicenne, venne
acclamato signore di Mantova ottenendo subito il crisma del consiglio del
Comune, grazie anche all'autorevole intervento del Malatesta e all'appoggio
di Donato de' Preti, insigne giurista fedele ai Gonzaga.
Il matrimonio
Sempre il Malatesta
nel 1409 aveva propiziato le nozze di Gianfrancesco, appena quattordicenne,
con Paola Malatesta dei signori di Pesaro,
PAOLA MALATESTA moglie di Gianfrancesco, primo marchese di Mantova (m. 1449) (Collezione di Ambras)
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(donna forse non bellissima ma di
rara intelligenza, che venne accolta con entusiasmo a Mantova diventando
collaboratrice strettissima del marito nel governo della cosa pubblica),
rafforzando ulteriormente i vincoli tra le famiglie e la fedeltà a
Venezia. Fedeltà ampiamente ripagata, nel futuro (nonostante alcune
spinte interne filomilanesi) dal comando generale delle truppe venete di
terra, da un grande Palazzo sul Canal Grande e dall'ambìto possesso
di Asola. Il vertice delle glorie terrene di Gianfrancesco fu toccato,
come detto, con la dignità marchionale. Durante la cerimonia di consegna
il neo marchese si impegnò a far sposare al figlio Ludovico Barbara
di Brandeburgo, nipote del sovrano, dall'aspetto non bellissimo ma che
rivelò qualità umane e di governo straordinarie. Con la
consegna della dignità marchionale l'imperatore concesse al Gonzaga
le aquile imperiali, che furono collocate nell'antico stemma comunale e
tutto inquartato con il "vecchio" stemma di famiglia.
La politica
Gli ultimi anni furono
all'insegna di un grave errore politico: convinto (erroneamente) che Venezia
non gli fosse più fedele, speranzoso di potersi impadronire di Verona e
Vicenza, preoccupato per la sorte del suo Stato, lasciò l'antico
alleato e passò agli ordini dei Visconti aprendo le ostilità
contro la Serenissima. Fu un atto forse non privo di giustificazioni, ma
che gli costò diverse sconfitte, determinò incrinature nei
rapporti con i Malatesta (e forse anche con la moglie), e gli fece
perdere i preziosi territori asolani. Fu l'amaro epilogo: la sua vita si
spense il 24 settembre 1444.
I meriti
Nonostante questo ultimo e considerevole
errore Gianfrancesco certo ebbe enormi doti morali e una grande sensibilità
sociale e culturale: basti ricordare l'arrivo a Mantova di Vittorino da
Feltre, che curò l'educazione della sua progenie, e di Pisanello,
insieme ad altri grandi artisti. Per primo in Italia fondò una
manifattura di arazzi, chiamando a lavorarvi abili maestranze fiamminghe.
Fu insomma grazie a Gianfrancesco che Mantova divenne uno dei più fulgidi
centri del Rinascimento.
(p.be.)
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