Federico II
(1500 - 1540)

Gonzaga Francesco III

PRIMO DUCA DI MANTOVA, MARCHESE DEL MONFERRATO


FEDERICO II
Primo duca di Mantova
(1500 - 1540)
(Collezione di Ambras)

Personalità e culto del bello

Federico II nacque il 17 maggio 1500, nello stesso giorno e mese in cui, ventisei anni prima, era nata la madre, Isabella d'Este. Per ben dieci anni Isabella e Francesco avevano atteso la nascita di un maschio e ora finalmente il marchesato aveva il suo erede, il figlio prediletto dalla grande marchesa. Fu per lei drammatico il distacco dovuto alla temperie politica e militare che portò Federico a trascorrere parte consistente della sua adolescenza come ostaggio, prima (dal 1510 al 1513) alla corte romana del papa Giulio II, poi (dal 1515 al 1517) a quella francese di Francesco I. Furono questi "soggiorni obbligati" all'insegna però di feste, lusso, incontri che arricchirono grandemente l'animo del futuro marchese. Sembra addirittura che Giulio II fosse rimasto folgorato dalla cultura, dall'educazione e dalla bellezza del primogenito Gonzaga (un suo splendido ritratto, opera del Francia, è oggi a New York, mentre Raffaello lo ritrasse nella "Scuola di Atene"), mentre il soggiorno francese (avvenuto intorno al 1515 per riverire il nuovo re francese, Francesco I, che aveva sconfitto gli imperiali a Melegnano) gli diede modo di incontrare Leonardo da Vinci ad Amboise.

Un'adolescenza di tal fatta non poteva che esaltare in lui prodigalità, amore per il bello e per la vita, senza dimenticare gli apporti della cultura influssi materni. Proprio Isabella infatti, avvalendosi anche del fidato Baldesar Castiglione ottenne da Leone X nel 1521 il capitanato della Chiesa per Federico (e giovi ricordare quanto coraggioso fu Federico in battaglia); sempre lei condusse lo Stato verso una sempre maggiore vicinanza con l'impero e con Carlo V, amico e coetaneo di Federico. Il giovane Gonzaga successe al padre il 3 aprile 1519, rimanendo sotto tutela del cardinal Sigismondo e di Giovanni Gonzaga fino al ventunesimo anno, anche se senza dubbio fu la madre a plasmarne il carattere.

Vicende politiche

Come Gonfaloniere della Chiesa Federico si trovò nella drammatica situazione di dover, se richiesto, prendere le armi contro l'imperatore, situazione inconciliabile con la sua condizione di feudatario. Benché questa possibilità fosse stata esclusa dal suo incarico, una clausola segreta la ristabiliva. Il pericolo fu sventato da Isabella d'Este che, sotto il papato di Adriano VI, olandese (l'ultimo papa straniero fino a Giovanni Paolo II) e amico dell'imperatore, corruppe un funzionario della curia vaticana, tal Ardinghello, che sottrasse il documento con la clausola.

Da quel momento il marchesato era salvo, anche alla luce di quanto stava per succedere. Nel 1525 infatti Francesco I di Francia prese Milano.

Venezia e Roma decisero, erroneamente, di abbandonare il partito filoimperiale.

Fu un errore gravissimo: in breve tempo i francesi subirono una cocente sconfitta a Pavia. La sparizione del documento con la clausola clausola mise Federico nella condizione di non intervenire, nel 1527, durante il passaggio delle truppe imperiali sul territorio mantovano mentre le truppe papali combattevano invano perdendo il loro capitano Giovanni dalle Bande Nere, per lungo tempo sepolto a Mantova, in San Domenico.

I Lanzi misero quindi al sacco Roma. Tra gli imperiali erano Ferrante, fratello di Federico, e Luigi "Rodomonte" di Sabbioneta. A Roma era pure Isabella d'Este che ospitò circa un migliaio di persone nel suo palazzo, avendo cura di approfittare dell'occasione per far creare cardinale il figlio Ercole e di far man bassa delle opere d'arte del Vaticano (e tra queste opere erano alcuni arazzi raffaelleschi della Cappella Sistina, che non giunsero a Mantova in quanto la nave di Isabella fu intercettata nell'Adriatico dai pirati di Andrea Doria e il bottino fu riconsegnato a Roma. Solo col cardinal Ercole una nuova serie degli arazzi di Raffaello giunse a Mantova, dove a tutt'oggi si conserva).


MARGHERITA PALEOLOGA
Moglie di Federico II,
primo duca di Mantova
(1510 - 1566)
(Collezione di Ambras)

Gli intrighi amorosi

Le vampe della sua turbinosa vita sentimentale si innescarono nel 1517 quando Federico, di ritorno dalla Francia, contrasse matrimonio con Maria Paleologo del Monferrato, erede presuntiva del marchesato ed appartenente all'illustre famiglia dei discendenti dagli imperatori di Bisanzio. Ma la celebrazione del matrimonio venne procrastinata all'infinito: Federico era obnubilato dal fascino della bellissima Isabella Boschetti, moglie del nobile Cauzzi (che trasse dalla propria rassegnata acquiescenza adeguati compensi) e nipote di Baldesar Castiglione. Da lei ebbe anche Alessandro, figlio naturale che la madre sempre credette di poter vedere legittimato. Per liberarsi dal matrimonio contratto (e valido per la Chiesa anche se non consumato), anche considerando che i malandati parenti maschi della Paleologo sembrarono rimettersi allontanando così la possibilità di incamerare un giorno quel marchesato, venne montato ad arte un complotto ordito, si disse, dal marito della Boschetti e dalla madre della Paleologo. Il matrimonio fu quindi sciolto e l'imperatore concesse al Gonzaga la mano della zia Giulia d'Aragona, ben trentottenne e ormai sterile. Federico II, conscio della situazione, prese tempo.

In quel periodo Carlo V era a Bologna, dove fu incoronato dal Papa in segno di riconciliazione. Il 25 marzo 1530 entrò in Mantova trionfalmente accolto, conferendo a Federico il titolo di duca, unitamente al contratto di matrimonio con Giulia d'Aragona. I capitoli nuziali furono stesi il 6 aprile e due giorni dopo seguì il diploma imperiale che riconosceva al signore di Mantova la nuova dignità. In breve però giunse la notizia che il padre della Paleologo era morto cadendo da cavallo e lo zio di lei versava in non buone condizioni di salute.


Il palazzo del Te,
residenza di rappresentanza fuori città di Federico II,
costruita da Giulio Pippi Romano
Federico intuì la situazione e cercò di tornare sui suoi passi con la suocera, con l'imperatore (dapprima sdegnato, poi ben lieto di ricevere 50.000 scudi d'oro) e col papa Clemente VII, che riconobbe la validità canonica delle mai consumate nozze con Maria. Ma il fato volle che il breve papale giungesse cinque giorni dopo la morte inattesa di Maria era morta. La marchesa del Monferrato offri allora al signore di Mantova la mano dell'altra figlia, Margherita, soprattutto considerando che questo era l'unico modo per salvaguardare l'indipendenza del Monferrato dalle mire della Francia e dei Savoia. Il matrimonio fu quindi celebrato nell'ottobre 1531 ed il Monferrato entrò nei possedimenti gonzagheschi nel 1536. Gli ultimi anni di Federico II furono tranquillamente spesi tra le gioie del collezionismo d'arte, nella pace dello Stato e tra le braccia dell'amata Boschetti, rifiutando addirittura il gravame di ospitare a Mantova il concilio indetto da Paolo III per far fronte ai dilaganti effetti della riforma protestante, concilio poi passato alla storia col nome di Concilio di Trento.

La fine di Federico

Federico II si spense nella villa di Marmirolo il 28 giugno 1540, l'anno successivo alla morte della madre, a causa dell'infezione luetica che lo aveva devastato. Il suo corpo fu deposto nel coro interno della chiesa di Santa Paola. Grazie a Federico II Mantova divenne una nuova Roma: per volere del primo duca giunse in città Giulio Romano, discepolo prediletto di Raffaello e abile pittore, architetto ed urbanista, che trasformò la capitale dei Gonzaga in un centro manierista. Basti ricordare la villa del Te e l'Appartamento di Troia al Ducale.

(p.be.)




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