GUGLIELMO III Terzo duca di Mantova e primo duca del Monferrato (1538 - 1587) (Collezione di Ambras)
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Guglielmo diventa duca
A Francesco III successe il giovane Guglielmo, secondogenito di Federico II Gonzaga.
Nato il 24 aprile 1538, salì al potere non ancora dodicenne. Guglielmo
forgiò suo malgrado il suo carattere fermo e deciso attraverso la tara di
famiglia che gravava sulle sue spalle. Proprio per questa deformità i suoi
tutori (ed in particolare il cardinal Ercole) avrebbero preferito per lui la carriera
ecclesiastica riservando il trono ducale al fratello Ludovico, ma Guglielmo contrastò
con dignità e fermezza tali propositi. Fu proclamato terzo duca di Mantova e
marchese del Monferrato il 22 febbraio 1550, sotto la tutela e la reggenza politica
della madre e dello zio, il cardinale Ercole. La reggenza si protrasse per circa sette
anni permettendo al cardinale di continuare la sua opera di salvaguardia politica ed
economica dello Stato. Assunto il potere alla maggiore età Guglielmo sposò
nel 1561 Eleonora d'Austria, figlia dell'imperatore Ferdinando I. La sposa giunse a
Mantova il 26 aprile scortata da un seguito adeguato al suo rango e accolta dalla corte
gonzaghesca con la consueta solennità.
Elevazione della sua autorità
Il matrimonio con la nipote di Carlo V
innalzò ulteriormente il prestigio gonzaghesco, proiettato nell'orbita imperiale.
Vicinanza necessaria per mantenere la pace e sottomettere con la forza il marchesato di
Monferrato, poco propenso a vedersi scippare le libertà comunali per il pesante
dominio, caratterizzato da ingenti gravami fiscali, del Gonzaga. Contro di lui i monferrini
ordirono una congiura, da attuarsi durante la presenza a Casale del duca il 3 ottobre 1567
e sventata all'ultimo momento. Non riuscì mai ai Gonzaga lo scambio delle terre del
Monferrato con altre più vicine e maggiormente gestibili, come il Cremonese.
Nel 1573 comunque Guglielmo ottenne dall'imperatore Massimiliano II l'elevazione del
Monferrato in ducato, ma non gli fu mai concesso, come egli avrebbe invece desiderato,
di fregiarsi fuori di Mantova dei titoli di "altezza" e di "serenissimo". Fu questo un
grave smacco morale, insieme agli atteggiamenti antigonzagheschi dei monferrini.
La sua personalità
La personalità del duca Guglielmo è spesso stata oggetto di giudizi discordi,
spesso non imparziali. Certo è, come ricordava Marani, che "Quella personalità,
che può apparire contraddittoria, e che forse lo fu per effetto di dissonanze fra
l'ingegno lucido e sensibile e il complesso d'inferiorità determinato dalle condizioni
fisiche, ebbe comunque toni spiccati e si rivelò come una delle più rimarchevoli
tra quelle dei Gonzaga che dominarono Mantova".
ELEONORA D'AUSTRIA Moglie di Guglielmo III duca di Mantova (1534 - 1594) (Collezione di Ambras)
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Meriti economici
Dell'operato di Guglielmo si ricorda soprattutto l'eccezionale condotta macroeconomica: il
suo operato fu eccezionalmente prospero e fecondo, con un avanzo medio annuo di circa
cinquantamila ducati. Alla morte del duca nel "camerino ferrato di corte vecchia" si erano
accumulati circa due milioni d'oro in contanti, nonostante le enormi spese effettuate
durante il riordino istituzionale (nel 1571 venne creato il senato di giustizia) e per
le imponenti fabbriche elevate.
La basilica Palatina
A questo proposito va segnalata la basilica palatina di Santa Barbara, innalzata negli
anni Sessanta dall'architetto mantovano Giovan Battista Bertani, che pure si occupò
dello sviluppo delle fabbriche ducali (soprattutto di Corte Nuova). Proprio in Santa
Barbara il 23 gennaio 1575 Guglielmo venne solennemente incoronato primo duca del
Monferrato. Fu la basilica palatina una sorta di ossessione per il duca. Svincolata
dall'autorità diocesana, ricca di una liturgia particolare e accompagnata dalle
musiche di Pier Luigi Palestrina la basilica era tra i templi più importanti
della cristianità e lo stesso Papa, scocciato dalle continue richieste per la
basilica palatina, sembra abbia sbottato "se io avessi tre Guglielmi nella Cristianità,
rinuncerei al papato". Rispettoso della devozione tributatagli dalla moglie, Guglielmo
è ricordato inoltre per i limiti posti all'Inquisizione (evitò così
interferenze con il suo potere) e al tentativo di ricostituire a spese dei rami secondari
della famiglia l'antico dominio gonzaghesco smembrato dopo la morte del marchese Ludovico II.
Ma, a questo proposito, riuscì soltanto ad ottenere Gazzuolo e Dosolo per un accordo
stipulato coi cugini della linea di Bozzolo.
Il duca artista
Guglielmo fu inoltre musicista (compose infatti
musiche sacre e profane) e collezionista di marmi antichi.
Intervenne concretamente ad abbellire la villa di Goito e fu in contatto con numerosi
artisti, a partire dal Tintoretto che eseguì per lui gli otto teleri dei Fasti gonzagheschi, oggi a Monaco di Baviera.
Enrico III di Valois ospitato a corte
Tra gli ospiti illustri durante il ducato di Guglielmo si ricorda almeno la venuta a
Mantova di Enrico III di Valois, che si stava recando a Parigi per la sua incoronazione
dopo la morte di Carlo IX. Il monarca giunse a Mantova nel 1574 da Venezia, su un
bucintoro, accolto da tremila archibugieri al Te, dove ricevette un'ospitalità
straordinaria. Altrettanto regia fu la dote fornita alla figlia Anna Caterina che
nel 1582 andò sposa a Ferdinando d'Absburgo, fratello dell'imperatore, dal
quale si aspettava forse l'ambìto "trattamento regio".
La morte atroce
Provato dalla gotta e dall'artrosi, Guglielmo rese l'anima a Dio nella residenza
di Goito il 14 agosto 1587, forse per un attacco di malaria. Fu sepolto a Mantova
in Santa Barbara, come riportano le fonti antiche, nella cripta sottostante alla
scalinata che dà accesso all'altare maggiore.
(p.be.)
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