VESCOVO DI MANTOVA, VENERABILE DELLA CHIESA
La formazione religiosa
Nato il 31 luglio 1546, quarto figlio di Carlo, signore di Gazzuolo, il venerabile
Francesco in realtà si chiamava Annibale. E non a caso, visto che il padre
aveva assegnato agli altri maschi nomi di condottieri: Pirro, Scipione e Giulio
Cesare. Rimasto orfano all'età di otto anni (il padre era deceduto a seguito
delle ferite riportate in guerra), il giovane venne avviato alla carriera delle armi.
ANNIBALE alias Fra' FRANCESCO
generale dei Minori Osservanti,
poivescovo di Cefalù e di Mantova
(1546 - 1620)
(Collezione di Ambras)
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Diversa era invece la sua indole: Annibale, sotto la tutela del cardinal Ercole
Gonzaga, dapprima ricevette la sua formazione alla corte di Mantova, quindi ebbe
modo di viaggiare in tutta Europa. Fu a Madrid, quindicenne, che maturò la
sua vocazione, mentre due anni dopo (nel 1563 dunque) si impegnò pubblicamente
ad osservare la regola di San Francesco. E proprio per sottolineare la fedeltà
a questa scelta decise di assumere il nome dell'Assisiate. Francesco rientrò
quindi in Italia, rimanendo dapprima presso il Santuario delle Grazie e passando
solo in un secondo momento al convento di San Francesco in Mantova dove fu
insegnante di teologia. Sette anni dopo Francesco fu ordinato sacerdote dopo aver
compiuto attentissimi studi teologici. Tenuto in grande considerazione da personaggi
come Filippo II di Spagna, don Giovanni d'Austria e il duca Vincenzo, figura di fiducia
per i molti pontefici del secondo Cinquecento, già nel 1579 venne nominato,
con consenso unanime da parte dei rappresentanti delle comunità dei francescani
riuniti a Parigi, ministro generale di quell'ordine. Un incarico serio e gravoso che
Francesco mantenne per ben otto anni, interamente dedicati alla riorganizzazione
dell'ordine. Il suo stesso stile di vita era improntato ad un limpido rigore morale,
alla semplicità, all'umiltà, ad una competente attenzione all'ordine
da lui amministrato. Per otto anni si mosse in Europa per visitare le comunità
francescane, incontrando a Madrid il giovane Luigi Gonzaga. Anzi, fu proprio Francesco
ad esortarlo a non lasciar cadere la propria vocazione.
Le opere come politico e come ecclesiastico
Tra i suoi ultimi atti come
Ministro Generale dell'Ordine vi fu la stesura, effettuata a Roma, del volume De
origine seraphicae religionis franciscanae eiusque progressibus vòlto a
focalizzare lo stato dell'ordine francescano.
Il castello gonzaghesco di Ostiano (Cremona),
del quale frate Francesco ebbe il titolo marchionale.
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Conclusa quest'esperienza Francesco si ritirò come semplice frate minore nel
convento di San Martino dell'Argine richiedendo i cómpiti più modesti come il
servizio di cucina o aiutando i muratori impegnati nella ristrutturazione del convento
pericolante. Ma lo attendeva un nuovo importante incarico: nel 1587 venne infatti
nominato vescovo di Cefalù, in Sicilia. Sceglierà il motto Soli
Deo honor et gloria, oltremodo significativo nello spirito del Concilio di Trento
e noto ai mantovani in quanto presente sugli arazzi da lui commissionati per il Duomo
di Mantova ed ora conservati al Museo Diocesano. E non a caso: dopo cinque anni di
permanenza a Cefalù il vescovo Francesco venne trasferito alla sede di Mantova
rivelandosi da sùbito attivissimo: indisse due sinodi al fine di ricordare ai
parroci una serie di obblighi fondamentali: da quello di residenza nella propria
parrocchia, alla recita quotidiana del breviario, alla celebrazione della Messa almeno
la domenica. Ma straordinaria fu l'attività del vescovo verso i giovani,
attraverso la creazione del seminario diocesano, la cui antica sede era dove oggi
sorgono le scuole in piazza seminario. Notevoli furono anche le collaborazioni con gli
enti assistenziali: dall'Ospedale cittadino alle case di assistenza. Fu uomo e religioso
di indole serena, intelligente, capace, di fede. Seppe anche infiammarsi però,
anche contro i parenti prossimi, lanciando strali - ad esempio - contro le avventure
galanti del duca di Mantova Vincenzo I. Il suo episcopato mantovano durò
ventisette anni. Francesco si spense nel 1620. Non si è ancora concluso il
suo processo di beatificazione: il vescovo Francesco ha salito solo il primo gradino
verso il firmamento della santità, essendo stato nominato venerabile. A lui è
intitolato il Museo Diocesano.
(p.be.)
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