Ludovico
(1539 - 1595)

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DUCA DI NEVERS

LUDOVICO
duca di Nevers
(1539 - 1595)
(Collezione di Ambras)
La presa dei territori francesi

Schiatta di duchi fu quella generata da Federico II e Margherita Paleologo. Francesco III fu duca di Mantova, seguìto alla sua scomparsa dal fratello Guglielmo. Anche il terzogenito Ludovico, nato il 18 settembre 1539 ebbe l'occasione di diventare duca e di generare la linea dei Gonzaga Nevers che sarebbero tornati a Mantova nel Seicento per reggere l'ultimo secolo del ducato. L'occasione giunse dall'affetto provato per lui dalla nonna materna, Anna d'Alençon, vedova di Guglielmo VII Paleologo, che lo nominò erede dei suoi beni, consistenti in alcuni territori francesi. Per prendere possesso di tali terre Ludovico partì per la Francia ad appena 10 anni, accompagnato da un medico e da alcuni gentiluomini mantovani, tra i quali l'ambasciatore Leonardo Arrivabene. E non sbagliarono alcuni storici nell'indicare una seconda ragione della spedizione francese nel risvolto politico: essendo i Gonzaga feudatari dell'impero, questa poteva essere un'abile mossa per avvicinarsi anche alla corte di Parigi.

La vita in Francia

Ludovico entrò dunque come uomo d'armi al servizio del re di Francia. Memorabile rimase per lui la battaglia di San Quintino dell'estate del 1557 quando, appena diciottenne, prese parte allo scontro rimanendo prigioniero degli spagnoli vittoriosi. Ben sessantamila ducati costò la sua liberazione al fratello Guglielmo, duca di Mantova, che lo ospitò nella sua città per oltre un anno.

Successivamente Ludovico ripartì alla volta di Parigi.


ENRICHETTA DI CLEVES
moglie di Ludovico, duca di Nevers
(m. 1601)
(Collezione di Ambras)
Qui il 4 marzo 1565 si sposò con Enrichetta di Cleves, ultima discendente di una ricca e nobile casata. Forse poté più la ragion di Stato che l'amore, sta di fatto che attraverso questo matrimonio Ludovico entrò in possesso dei beni della moglie: divenne così duca di Nevers e Rethel e signore di molte e diverse terre, dando vita ai Gonzaga di Nevers, che da sùbito divennero una delle famiglie più ricche di tutta la Francia. E proprio per i re di Francia Ludovico assolse missioni diplomatiche particolarmente delicate, non ultima difese la causa di Enrico IV nelle guerre di religione davanti a Clemente VIII.

Rapporti con Mantova

I rapporti con Mantova erano invero altalenanti. Se per Mantova la sua presenza era necessaria in funzione filofrancese, Ludovico dal canto suo ebbe da Guglielmo numerosi favori. Non esitò comunque a rivendicare l'eredità materna (addirittura l'intero Monferrato, del quale era stato amministratore per un breve periodo) e della nonna Isabella d'Este (ma le opere d'arte della Grotta e dello Studiolo rimasero indivise per volontà di Guglielmo a maggior vanto dell'intera casata).

Il ricordo che lasciò

La morte lo colse a Nesle il 23 ottobre 1595 mentre, provato dalla guerra nelle Fiandre, Ludovico stava tornando nelle sue terre. Come ricorda Marani "Nel dare notizia della sua scomparsa al "cugino" Vincenzo Gonzaga, duca di Mantova, Enrico IV affermava di non saper come esprimere il proprio, dolore per la "perdita inestimabile" subita da lui e dal proprio reame. Ludovico lasciò buon ricordo nei luoghi del suo dominio, dove edificò palazzi, chiese e conventi". Gli successe il figlio Carlo di Nevers, unico sopravvissuto tra i tre maschi, nato il 6 maggio 1580, fondatore di Charleville e, alla scomparsa della linea primogenita dei Gonzaga, ottavo duca di Mantova e sesto del Monferrato. Titoli raggiunti al termine della tragica guerra di Successione (inserita nel più ampio contesto della Guerra dei Trent'anni) che vide nel 1630 il sacco di Mantova e l'Italia intera flagellata dalla peste ricordata anche dal Manzoni nei Promessi Sposi.

(p.be.)



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